DETOURISM: I POZZI DI VENEZIA
Segnalazioni | Autore: Lo staff della Su e Zo

Aspettando la quinta e ultima tappa della “Su e Zo per il Veneto”, il gran finale della rassegna che coincide con il “Su e Zo Trial 2021” in programma domenica 27 settembre a Venezia, continuiamo a pubblicare alcuni contenuti scelti di “Detourism: La newsletter di Venezia” (vedi precedente post: “Detourism per la Su e Zo per i Ponti“). Si tratta della newsletter redatta dall’Ufficio Turismo del Comune di Venezia che ogni settimana viene inviata gratuitamente a centinaia di sottoscrittori e che offre preziosi spunti di riflessione e approfondimenti sulla storia, l’arte e la cultura di Venezia. Sul nostro sito web presentiamo solo alcuni assaggi della newsletter (tutti i post sono consultabili nella pagina archivio “Newsletter Detourism“), ma l’invito rivolto a tutti gli amici dell’associazione TGS Eurogroup e della Su e Zo per i Ponti è di compilare il modulo on line proposto dal Comune di Venezia per riceverla direttamente nella propria casella email ogni settimana.
Un ringraziamento particolare all’Assessorato al Turismo della città lagunare per aver accolto con entusiasmo questa nuova importante collaborazione tra TGS Eurogroup e l’Ufficio Turismo del Comune di Venezia e averci dato la preziosa opportunità di pubblicare sulle pagine di questo blog e del sito della Su e Zo per i Ponti alcuni estratti di questa newsletter, sia in italiano che in inglese.
Oggi andiamo alla scoperta dei pozzi di Venezia! Buona lettura!

Numerosissimi campi, corti e chiostri di Venezia sono ornati al centro da una vera da pozzo. Si tratta di parapetti, generalmente in marmo o pietra d’Istria, che proteggono l’imboccatura del pozzo. Nel 1858 se ne contavano oltre 6500. Le vere non sono che la parte visibile dei pozzi veneziani, cisterne sotterranee di acqua potabile, oggi per la maggior parte interrate, e non più in uso.

Per secoli l’unico mezzo di rifornimento idrico a Venezia sono stati i pozzi, che assicuravano l’approvvigionamento di acqua dolce grazie a un ingegnoso sistema di raccolta e filtraggio dell’acqua piovana. Il sottosuolo di Venezia è infatti privo di falde acquifere facilmente raggiungibili, e già nel Quattrocento i veneziani, nei periodi di siccità, trasportavano fino in laguna l’acqua dolce attinta dalle sorgive in terraferma. L’acqua era poi convogliata e raccolta nei pozzi; così almeno fino al 23 giugno 1884, quando venne inaugurato il primo acquedotto di Venezia (visita il Museo dell’acquedotto con un tour virtuale). Per l’occasione, in Piazza San Marco fu allestita una fontana che raggiungeva un’altezza di 22 metri!

Molte delle vere da pozzo sparse in città sono autentiche opere d’arte. Fino a non molti anni fa, al centro di quella che oggi è la sala di lettura della Biblioteca Marciana, si trovava il pozzo monumentale disegnato dal Sansovino (leggi la storia di quest’opera). Qui vi era in passato il cortile interno della Zecca, il palazzo in cui si coniavano le monete della Repubblica. Quando, nel 1904, la Zecca venne adibita a sede della Biblioteca Marciana, il cortile fu coperto e trasformato in sala di lettura. La vera da pozzo fu rimossa. Nel 1914 il pozzo fu poi spostato nel cortile interno di Ca’ Pesaro, sede della Galleria internazionale d’Arte Moderna (esplora la Galleria su Google Arts & Culture) e del Museo d’Arte Orientale (visita il museo con la guida multimediale). Una ricca serie di vere da pozzo, alcune delle quali molto antiche, è conservata inoltre presso il Museo Archeologico (visita il museo con la guida multimediale) e il Museo di Storia Naturale di Venezia (naviga le sale del museo in Street View).

Scopri la mappa di cisterne, pozzi e fontane di Venezia nell’Atlante della Laguna.

[fonte: La newsletter di Venezia, N° 11/2020 del 10.04.2020]

[picture by Dezalb – own work / Pixabay]


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